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VENEZIA VISIONI E ILLUSIONI

VENEZIA: VISIONI E ILLUSIONI

mostra a Sirmione: Hotel Catullo luglio-settembre 2018
mostra a Montecchio Maggiore:VILLA CORDELLINA maggio 2016
mostra a Verona; CAFFE' MAZZANTI- marzo-aprile 2016
mostra a New York (Madison Avenue): PUNTO OTTICO HUMANEYES - dicembre 2015 - gennaio 2016
mostra a Sirmione: HOTEL CATULLO - novembre 2015
mostra a Bassano del Grappa (VI): BIENNALE DI FOTOGRAFIA 2015 - settembre-novembre 2015
mostra a Grisignano di Zocco(VI): HOTEL VENICE - settembre-ottobre 2015
mostra a Vicenza: SPAZIO PUNTO OTTICO - giugno-luglio 2015.
Mostra a Sirmione: HOTEL CATULLO - luglio, agosto, settembre 2018
Così come si sarà senz'altro stupito ed emozionato il fotografo a ritrarre questo sopravvissuto e sopravvivente miracolo di "strana" città ci stupiamo e ci lasciamo toccare dall'emozione anche noi nel vedere il risultato ottenuto. E' un affascinante e coinvolgente racconto in diurno ed in notturno di una vecchia signora d'alto rango, anzi di una gran dama eterna, di una nobildonna che fin dalla notte dei tempi respira e sospira adagiata tra cielo e acqua di mare, di nome Venezia che si lascia esplorare fino quasi a farsi toccare, indagare e anche spiare nei suoi più stupefacenti e fiabeschi aspetti, larghi spiazzi e nascosti anfratti. Spazi aperti, anzi apertissimi, squarci struggenti di mare e sinuosa orizzontale laguna cedono il posto a luoghi più riparati, protetti, chiusi, quasi segreti e misteriosi nel loro magnifico spudorato pudore marinaro, urbano e architettonico. Poche figure animano o disturbano questo palcoscenico quasi mistico. Un incantato passeggero sul vaporetto, una sognante coppia di amanti o innamorati si lasciano rapire dall'ipnosi catartica della vasta laguna. Una turista dal bianco cappello sembra spiare l'interno di un angusto canale quasi a volerne capire o rubare l'anima. Un drappello di candide suore impegnate a guardare e a telefonare a chissà chi, smuovono con il loro biancore l'atmosfera del campiello. Infine qualche isolato, solitario passante, casuale vagante con passi di penombra, in controluce, anima lievemente la notte silente delle calli e di qualche sonnolento ponte. Il resto è teatro, teatro vitale ed emotivo, pura scenografia narrante, pulita e ricca allo stesso tempo dove regna un silenzio metafisico di giorno e spettrale di notte, un silenzio animato solo dal costante ritmico sciabordio dell'acqua che accarezza le pietre ed il tempo. Le immagini sono tutte giocate con un abile e astuto gioco di contrasti in bianconero tirati al massimo. I controluce e le relative profondità di campo giocano effetti plastici estremamente interessanti La matericità narrativa e grafica dei luoghi e delle situazioni emerge palpabile, descritta e disegnata molto incisivamente nelle tessiture materiche e strutturali presenti nei particolari anche più minimi delle foto. Un equilibrio di sapienza tecnica unita ad uno sguardo poetico ed incantato. Più di un fotoracconto, questa è un'emozione. Un bellissimo lavoro.
(Franco Gobbetti) aprile 2016

"Il pizzo verticale delle facciate veneziane è il più bel disegno che il tempo-alias-acqua abbia lasciato sulla terraferma, in qualsiasi parte del globo.
In più esiste indubbiamente una corrispondenza - se non un nesso esplicito - tra la natura rettangolare delle forme di quel pizzo - ossia degli edifici veneziani - e l'anarchia dell'acqua, che disdegna la nozione di forma.
E' come se lo spazio, consapevole - qui più che in qualsiasi altro luogo - della propria inferiorità rispetto al tempo, gli rispondesse con l'unica proprietà che il tempo non possiede: con la bellezza.
Ed ecco perché l'acqua prende questa risposta, la torce, la ritorce, la percuote, la sbriciola, ma alla fine la porta pressoché intatta verso il largo, nell'Adriatico".
Iosif Brodskij- Fondamenta degli incurabili,

Ivano Mercanzin sceglie uno stralcio dell’opera di Iosif Brodskij per introdurre la propria visione di Venezia, portando l’attenzione di chi osserva più sull’atmosfera e sulla dimensione sensoriale che sulla descrizione e sulla documentazione.
Come il poeta russo, ormai considerato un grande maestro del XX secolo, l’autore di queste immagini volge lo sguardo verso l’intima atmosfera di una città nascosta , notturna e a tratti tenebrosa.
Da questa prospettiva, l’inverno è la stagione ideale che gli permette di conoscere gli aspetti autentici e sinceri di una città del tutto sconosciuta allo sciame di turisti e visitatori della bella stagione.
Il suo sguardo si muove tra le luci soffuse e le ombre che dominano la notte umida e penetrante della città lagunare. La nebbia, i colori smorzati e il suono dell’acqua sembrano emergere dalla fotografie di Ivano Mercanzin con una sensibilità delicata che riconduce al sentimento contemplativo della solitudine e della quiete
Il paesaggio lagunare è ritratto con ritmo fluente e armonia espressiva nel giusto equilibrio dei bianchi e dei neri che si susseguono in giochi prospettici.
Ottima interpretazione, romantica e dinamica al tempo stesso.
IL FOTOGRAFO MARZO 2016 (DI DENIS CURTI)



Venezia di notte e di giorno, ma non la solita città rappresentata nella sua veste turistica e scontata, vista e rivista, ma una Venezia insolita solitaria, meditativa, soffusa, di notte, quando anche i rumori sono ovattati e le poche persone che la animano sembrano quasi inconsistenti , rarefatte nel loro incedere. Al contrario di giorno, caotica, anche rumorosa, persone che si muovono da tutte le parti, personaggi originali che ne determinano la sua caratteristica di unicità, mentre le imbarcazioni solcano i canali, la gente sosta nei campi e passeggia tra le calli.
Città e persone catturate, cristallizzate, fissate e bloccate con il tasto STOP come in un frame di un mini movie. Sono prese dalla e nella strada nelle loro normali abitudini, nel loro quotidiano corso vitale e creano racconti la cui foto è solo l’incipit che la nostra immaginazione poi completa a suo piacimento e in totale libertà.

Venice by night and by day, but not the usual touristic city that you may expect. An unusual, solitary, meditative Venice, soft, at night, when even all the sounds are muffled and the few people that animate it seem inconsistent and subtle in their gait. By contrast during the day Venice is chaotic, noisy, with people walking from all parts who, like original characters, determine its characteristic of uniqueness; and in the meanwhile boats ply the canals, people stop in the *campi* (squares) and walk along the *calle* ( alleys).
City and people are captured, fixed and locked with the STOP button in a frame as in a film. Pictures show them in the streets in their usual habits, in their daily course of life and create stories where a photo is only the beginning that our imagination will complete at its will and in total freedom.
(Ivano Mercanzin)

I bianchi, i neri , i grigi ben si amalgamano con il respiro silente del mio animo.
Vivono le foto nel riflettere certi particolari, colpiscono gli improvvisi tagli di luce, lastricate fughe.
Il bianco va man mano diradandosi e cede lentamente all'oscurità; oscurità che a macchie va rinvigorendosi per lasciare liberi solo flash di luce, bagliori riflessi.
Così gli ultimi raggi si insinuano tra le selci umide di silenti campielli, si allungano sull'incresparsi delle onde figlie della laguna.
Troviamo figure incorniciate da colonne e cieli dechirichiani, par di vedere Magritte alla prese con il sogno delle sue finestre illuminate, alberi del primo Mondrian, suggestioni alla Kandinskij.
Personaggi di tutti i giorni fermi in un unico ed irripetibile scatto, palpito di vita cristallizzato.
Superbi colombi veri regnanti dai tempi immemorabili.
E ancora fondali,scale, colonnati che nascondono amanti nell'ombra.

The whites, the blacks and the grays blend well with the silent breath of my soul.
They live the photos reflecting certain details, affecting the sudden light cuts and paved leaks.
The white is gradually passing away and slowly releases the darkness; dark spots that, reinvigorating , will release only flashes of light, reflected glints.
So the last rays wind among the wet cobblestones of silent squares and stretch on the rippling waves, daughters of the lagoon. Figures are framed by columns in De Chirico skies, it seems to see Magritte who comes to grips with the dream of his lighted windows, trees in the manner of an early Mondrian, Kandinsky suggestions.
Everyday characters stopped in a unique and unrepeatable shoot, a crystallized heartbeat of life . Superb pigeons are the real rulers from time immemorial.
And still warehouses, stairs and columns hide lovers in the shadow.

Giuseppe Iovio
Vicenza , 5 giugno 2015

Ivano Mercanzin coglie Venezia per la sua prima mostra di fotografie e la città risponde all’obiettivo secondo precise scelte che la fissano solitaria ed immersa nel silenzio. Popolare e aristocratica, corrosa nei muri e lucente per luminosità notturne compare avvolta da un‘atmosfera che la fotografia nel fermarla, la allontana per poi affidarla all’universo delle icone. L’immagine notturna di Piazza San Marco dopo la pioggia consegna i profili architettonici alla luce per mutarli in vibranti bave lucenti; la ripresa dell’equilibrio tra la luminosa mobilità notturna dei palazzi e il vuoto della piazza, genera nell’immagine una sensazione d’irrealtà; alcune figure confermano d’essere ombre, “silhouette” prodotte da una città che vive fra continui trapassi fra luce e oscurità. Prospettive leggermente rialzate di calli e campielli e ancor più riprese dai ponti, rendono gli spazi immobili in un tempo fisso, consegnato ad una luce che dà risalto ai dettagli, dalle pietre fino al cielo. Quieti canali dalle acque immobili appaiono simili a superfici vetrose; brevi fremiti dei riflessi rendono instabile e incerta l’unità cromatica nel mutare chiaroscurale. Mercanzin si interessa di fotografia dal 2011 ed ha partecipato a numerose esposizioni in collettive, tra le quali emerge la sede vicentina di Palazzo Leoni Montanari (2014).

Ivano Mercanzin captures Venice for his first exhibition of photographs and the city responds to the camera objective according to precise choices that fix it solitary and absorbed in silence.
Popular and aristocratic, eroded in the walls and bright in its night brightness , Venice appears wrapped in an atmosphere that photography in stopping it, remove and commi it to the universe of icons.
The nocturnal image of the Piazza San Marco after the rain shows architectural profiles that the light turn into vibrant shiny drools. The image of the balance between the light of the night mobility of the palaces and the void of the square, generates in the image a feeling of unreality; some figures confirm that they are shadows, "silhouette" produced by a city which lives of continuous transitions between light and darkness.
Slightly raised prospects of streets and squares and more shooting from the decks, make immobile spaces in a fixed time, delivered to a light that revels details, from the stones up to the sky.
Quiet canals with immobile waters appear similar to glass surfaces; short tremors of the reflexes make unstable and uncertain cromatic unit in the changing black and white.

(Maria Lucia Ferraguti - luglio 2015- La Domenica di Vicenza)

Un continuo gioco tra luci ed ombre racchiude l'essenza di un luogo che non ha pari. Fugaci apparizioni racchiuse in una bolla laddove il tempo non esiste. Il respiro sospeso di una città, porta mille e mille respiri singoli di gente, moderna o proiettata dal glorioso passato Veneziano? Poco importa. Poiché in Venezia coesiste l'anima moderna e cosmopolita con l'aroma dell'antico fasto.
Complimenti, Ivano.
(Paolo Pellizzari)

Ciascuno scatto ha già 'vissuto' il suo spazio temporale prima del suo fermo: il fotografo ha già interpretato ed espresso - in una sorta di epigrafia delle emozioni, così assorbite nei centesimi di esposizione -, il senso compiuto delle figure e dei movimenti [sic!], attratto dall'obiettivo. Parimenti impossibile alleggerire la tensione ceduta dal racconto: ** il linguaggio oltre le immagini **, in una lettura dei capolavori fotografici che, in non pochi punti, ha semplicemente dello sbalorditivo, talvolta dell'inverosimile. Fuori da ogni blandizia, sinceramente impressionato. Tutto stupendo!
(Folco Mileto)

Intervista di Andrea Giorgia Girardi per Vicenza Underground

PERCHE’ SCEGLIERE VENEZIA? OVVERO COME E PERCHE’ QUESTA CITTA’ E’ DIVENTATA PER TE OGGETTO DI RIFLESSIONE ARTISTICA? COME MAI TORNARE A RIFLETTERE SU DI UN MATERIALE ARTISTICO COSI’ AMPIAMENTE SFRUTTATO?

1- È una domanda che mi sono posto anch’io naturalmente e che altri mi hanno fatto.
È sicuramente un rischio e un azzardo perché Venezia è la città più rappresentata al mondo e l’effetto “cartolina” è sempre in agguato. Nulla da togliere a ciò naturalmente ma ho cercato di raccontare “altro”
Ecco quindi la Venezia di giorno caotica, gremita di persone, rumore di chiacchiericcio, la sirena dei vaporetti, e da tutto questo microcosmo ho cercato di cogliere attimi che poi diventano frame cristallizzati nel tempo, ma funzionali al racconto della città.
La Venezia di notte cambia completamente registro, diventa solitaria, silenziosa, malinconica, ovattata, e le poche persone che passeggiano sembrano entità astratte, ectoplasmi che irrealmente la animano rendendola magica.

QUANTO STUDIO TROVIAMO DIETRO A QUESTO PROGETTO E COM E’ NATA L’IDEA?

2- Non esiste uno studio dietro a tutto questo o almeno non specifico per il progetto. Se intendiamo invece “formazione” nel senso stretto del termine allora tanta. Intendo per formazione tutto ciò che è stimolo e conoscenza : letteratura, poesia, pittura, musica, teatro etc., tutto quell’insieme di discipline “artistiche” e creative che formano l’individuo nella sua spiritualità più profonda.
La Venezia di giorno è nata da alcune passeggiate in varie occasioni con lo sguardo rilassato e attento , senza un programma e senza uno scopo. Per la Venezia di notte invece una serata con amici a scattare foto sempre senza alcuna finalità che non fosse il piacere del momento. Quando in seguito ho pensato ad una mostra ho immaginato subito i notturni veneziani e in seguito ai diurni.

LA RELAZIONE LUCI E OMBRE/GIORNO E NOTTE/ CHIARO E SCURO/ QUANTO TI RISPECCHIA A LIVELLO PERSONALE? IN QUESTE FOTO QUANTO DI TE POSSIAMO TROVARE?

3- Il bianco e nero che ho utilizzato mi ha aiutato molto a rendere i toni pacati e non urlati del racconto, con le sfumature di grigio a lasciare trapelare sensazioni ed emozioni. Questo gioco di luci e ombre , di bianchi e neri e soprattutto grigi, sono il linguaggio che in questo momento amo particolarmente e che rispecchia la mia natura riservata, discreta che apprezza il non detto , il non troppo spiegato. Mi piace pensare che l’osservatore, attraverso la visione delle mie immagini, percepisca le emozioni che ho cercato di trasmettere oltre che ad immaginarsi e completare il racconto a suo piacimento attraverso il filtro del proprio vissuto. Mi ha fatto molto piacere e sorpresa i molti commenti lusinghieri sulle mie fotografie , soprattutto sui notturni, e in particolare qualcuno che mi ha detto: “ sei riuscito a rappresentare il silenzio”. Silenzio, mistero , magia.

QUANDO E COME TI SEI AVVICINATO ALLA FOTOGRAFIA?

4- Vorrei dire che grazie alla mia forte passione per le “arti” di cui ho detto prima, di fatto è sempre esistita, ma in forme diverse, non fotografiche, poi per caso nel 2011 una illuminazione, l’innesco casuale della visione di alcune foto di paesaggi e di natura di amici e l’impellente necessità di acquistare una macchina fotografica. Dal 2012 quindi quella che sembrava un passatempo come tanti e come succede a tanti è diventata una passione travolgente e da quel giorno ininterrottamente, il mio tempo libero, è dedicato alla fotografia.
Mi piace lavorare per progetti che le circostanze e le casualità mi offrono o per istinto, ma oltre a scattare mi occupo del mio sito web (www.ivanomercanzin.it), della mia pagina fb, del mio profilo fb, collaboro con alcuni gruppi di fotografia, sempre su fb, faccio parte di un collettivo di fotografi e gestisco un mio magazine on line, con alcuni collaboratori ( www.i-mag.info) che ha ambiziosi progetti di diffusione, si occupa di selezionare fotografi noti o meno noti a cui dedicare spazio e recensione dei loro progetti, oltre a occuparsi di mostre, di libri etc.
Ora ho ricevuto con sorpresa e piacere l’invito a collaborare per VI.U che ho colto immediatamente e di cui sono onorato di far parte con una mia rubrica a raccontare di fotografia.
In tutto questo c’è naturalmente anche lo studio e la visita di mostre dei grandi fotografi del passato e contemporanei, oltre che le letture dei classici e di poesia.

DA NYC A VERONA QUANTO CAMBIA LA PERCEZIONE DELL’ARTE OLTREOCEANO ?

5- L’esperienza di NY è stata travolgente, il negozio Punto Ottico Humaneyes che gentilmente mi ha ospitato fa parte di una catena di negozi italiani sparsi in varie città d’Italia e fondati da Domenico Concato ( Alte di Montecchio Maggiore, Vicenza, Verona, San Bonifacio, Brescia, Milano) di cui sono affezionato cliente da 25 anni. Il negozio si trova in Madison Avenue, vicino al Central Park, la cosiddetta via del lusso, ci sono infatti i migliori negozi del mondo. Lì ho trascorso una settimana. Erano i primi di dicembre dello scorso anno. Appena arrivato ho allestito la mostra con una ventina di fotografie . Era emozionante osservare dall’interno del negozio le mie fotografie esposte di Venezia in bianco e nero, quasi “antiche” e i taxi newyorchesi sfrecciare in Madison Avenue: dalla solitudine malinconica di Venezia al caos metropolitano della grande mela.
Il mio hotel era nel Queens quindi tutte le mattine facevo il pendolare in metropolitana con la gente comune per arrivare a Manhattan alla mia mostra e in questi viaggi il contatto e l’osservare la gente mi ha affascinato in maniera particolare. Avevo sempre la macchina fotografica con me e ho scattato diverse foto “rubate” in questo contesto.
È stata una settimana ricchissima di stimoli umani e fotografici ho girato in lungo e in largo la città scattando di continuo : le architetture d Manhattan, Central Park, la Grand Central Terminal, la crociera sullo Hudson, State Island, Liberty Island, Ellis Island, High line, il Queens, Brooklyn, Coney Island etc,
Una città anche questa sfruttata al massimo da un punto di vista fotografico e ho cercato di trovare qualcosa di insolito e forse meno visto.
Si respirava arte grazie al MoMa, al Metropolitan Museum e al Solomon Guggenheim Museum che ha regato al nostro conterraneo Burri una splendida antologica su tutti i piani a spirale di Frank Lloyd Wright.

I PROSSIMI PROGETTI

6- Ora sono ancora impegnato con la mia mostra su Venezia e dopo Vicenza, Bassano del Grappa, New York e attualmente Verona si concluderà a Venezia passando prima per Milano. Ma sto già pensando a nuove avventure fotografiche grazie agli scatti di New York. Il progetto sarà :
THE FACE (FACES) OF NEW YORK e raccoglierà le foto scattate alle persone, in metropolitana, nei locali, lungo la strada : persone e città , gente comune e vita, cosmopolitismo e metropoli.


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