Continuo ad osservare, Ivano, attratto anche come sempre da ogni forma di archeologia... industriale, urbana, e quant'altro. Segni di un tempo, radici, cultura che trasuda da muri sporchi e vissuti, intimità violate a volte in modo indecente più dall'incuria che da una reale e consapevole volontà costruttiva. Un senso di disagio che dentro di me affronto sempre con grande rispetto, proprio come fai tu in questa serie d'immagini. Questa è finora quella che amo di più, vuoi per la materia, che per le forme e l'interpretazione "libera" del bianconero. (Paolo Albertini)
Questi luoghi parlano... raccontano il loro vissuto a chi sa vedere tra le incrostazioni dei muri e i calcinacci per terra. Bel lavoro, mi piace parecchio
(Angelo Trapani)
Queste fotografie bisogna saperle fare. Si, perchè "raccontare luoghi che…", se ci si ferma ai significati intrinsechi al soggetto, all'idea di descrivere un pezzo di ambiente o di cultura, richiede solo di avere un apparecchio qualsiasi, un occhio qualsiasi, un cuore qualsiasi: basta… esserci! Ed ecco che però, per trasformare tutto questo in visione, per farne un'opera che riesca a parlare con più corde, occorre sapere cosa includere e cosa no, come usare la luce e come no, e via così. E in una costruzione azzeccata, dalla scelta compositiva fino a un trattamento che non disdegna le ruvidità rimanendo in un quadro romantico (in senso grossomodo letterale), c'è la bellezza e la forza dello scatto, caro Ivano!
(Francesco Merenda)
Che desolazione in questa foto..........Grazie alle luci forti la sensazione è ancora maggiore.Bel lavoro.
(Francesco Fraliga)