Cartiera Burgo di Mantova
Un simbolo per raccontare il dramma della perdita del lavoro e della propria dignità.
Un reportage sulla memoria presente e futura di una tragedia che purtroppo si ripete.
Le Cartiere Burgo sono un'azienda cartaria fondata nel 1905 da Luigi Burgo, allora giovane ingegnere elettrotecnico che aveva realizzato a Verzuolo,in Cuneo, un impianto idroelettrico. La cartiera fu appunto pensata per utilizzare l'abbondanza di acqua e di energia fornita dalla centrale.
Già nel 1918 la cartiera Burgo era una delle più importanti d'Italia e nel 1924 produce 400.000 quintali annui. In collaborazione con l'IRI costituisce la Cellulosa d'Italia CELIDIT
Nel secondo dopoguerra ha 7 stabilimenti di carta e 4 di produzione cellulosa. In collaborazione con il gruppo Scott realizza una serie di stabilimenti: Villanovetta, Maslianico, Maraino e a Romagnano Sesia.
La pesante crisi industriale del settore comporta importanti ristrutturazioni. Nel 2004 la Burgo è integrata nel gruppo cartario Marchi e si realizza perciò una concentrazione di 15 stabilimenti.
Il 9 febbraio 2013 lo stabilimento di Mantova ha chiuso i battenti, motivando tale scelta per le ingenti perdite accumulate, i 169 dipendenti vengono licenziati.
Ora si rimane in attesa di compratori che potrebbero rilevare l'azienda e farla ripartire.
Il 2 maggio 2014 , il presidio permanente, nato contro la chiusura della cartiera , diventato il punto di incontro dei lavoratori licenziati e trasformato nei mesi in una sorta di luogo della resistenza operaia e di speranza per l’occupazione, chiuderà definitivamente.
Il tempo è tutto.
È quel signore dalla schiena prospera, i sui capelli candidi,
il gesto antico di procacciarsi cibo direttamente dalla fonte.
È un cielo amico a ricordarci che sopra c' è bellezza, che siamo noi.
L ' acqua che scorre imperturbabile, cascasse il mondo.
Questo mondo.
" Se non lotti oggi per quello che desideri,
non piangere domani per quello che hai
perso "
Un pianoforte.
È quei vestiti appesi che torneranno.
Le maniche, le gambe sempre vive che camminano il mondo.
(Vanessa Cavenaghi)