Le vite degli altri
NYC
2015©Ivano Mercanzin
E' sempre una festa poter incontrare un tuo scatto, vuoi per i bianco e neri straordinari che ci doni, vuoi per la capacità di sintesi che si unisce ad un innato dono per raccontare quel che ti circonda e che vivi. "Le vite degli altri", non potevi trovare incipit migliore per presentare la tua visione, nelle vite degli altri noi riflettiamo sempre le nostre, proviamo a raccontarci attraverso quel riflesso in cui speriamo di incontrare un brandello delle nostre vite, per dargli un senso, talvolta semplicemente per mantenerci in equilibrio tra diverse forze contrapposte, non ultima quella che ci vede qui come altrove ad affannarci per chiamare vita tutto ciò che fa parte del nostro quotidiano divenire. Le finestre sono come occhi pronti a guardare ma anche ad abbassare le palpebre per riposare un poco, per recuperare la curiosità di penetrare sia gli abissi del buio che la luce a perdita d'occhio che ci contraddistingue come creature umane. Le vite degli altri, se fossero delle finestre e nulla di più basterebbe affacciarsi per vedere quello che ognuno ha in sè, peculiarità, caratteristiche e pregi, difetti e limiti, traendo le debite conseguenze per non commettere l'errore di tenere lontano da noi quel che accade, tanto appartiene agli altri, noi ne siamo immuni. Un'illusione spezzata ogni giorno della nostra vita dalla dura realtà che ci circonda. Eppure, per un attimo, nel tuo scatto, quella durezza sembra annullata dalla curiosità di penetrare ogni vita che incrociamo, ogni finestra che osserviamo, come fa il sole all'alba, come fa il buio dopo il tramonto. "Ogni passo deve essere lui stesso una meta, nello stesso momento in cui ci porta avanti" così con lo sguardo e tu Ivano Mercanzin fotografando questo riesci a fare.. Stupenda visione
Paola Palmaro
Più si guarda uno scatto e più si scoprono dettagli che ci fanno entrare nello sguardo dell'autore e nella scena cesellata con cura che ci stai donando con questa bellissima composizione. L'albero per esempio, i suoi rami si dirigono quasi ad abbracciare le finestre del palazzo che ha di fronte mentre i riflessi delle finestre rimandano ai suoi rami in un gioco di specchi che il sole e la luce di quella giornata ha reso indimenticabile ed affascinante come non mai. Cosa sono le vite degli altri per noi? Quando incrociano le nostre hanno improvvisamente significato e senso mentre quando le sfioriamo tendiamo ad osservarle come si specchiano i rami alle finestre di questo palazzo, con curiosità, con interesse ma sempre distaccati mentre non esiste vita che sia così lontana dalla nostra che non meriti un minimo di attenzione e cura. Lo capiamo solo quando avvengono fatti tragici e mai quando viviamo in un tempo di pace. La tua foto mi ricorda certe domeniche, al mattino, ritratte da Edward Hopper, dove non vedevi nessuna presenza umana, tutto era silenzio e sembrava che ogni persona stesse ancora indugiando a dormire, chiusa nella propria casa. Una solitudine nelle strade che era fin dolorosa e metallica, quasi gelida, mentre nel tuo scatto questa sensazione è tenuta a bada dall'albero, dai suoi rami, da quelle braccia che stanno quasi picchiettando sui vetri delle finestre per risvegliare chi sta dietro di essi. Stupenda visione, composizione, non smetterei mai di guardarla tanto è bella questa tua fotografia! Un gioco di linee e di geometrie che andando in profondità riesce a descrivere un tutto che neppure si scorge, eppure è tangibile come non mai! In questo sei sempre bravissimo e ti ammiro...
Paola Palmaro