Sirmione 2016
date » 01-11-2016 09:53
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Sirmione
2016I©vano Mercanzin
Riuscire a rendere un luogo straordinario nella sua semplice ed ordinaria espressione spaziale e temporale non è cosa da poco, tu ci riesci sempre, è una tua dote costante a livello fotografico. Qui la prospettiva ha reso le finestre antiche con le inferriate come degli occhi che stanno per chiudersi ma sono ancora curiosi di vedere chi sta camminando oltre quel fossato, occhi appesantiti dal tempo ma non dal desiderio di appartenere sia alla costruzione dove dimorano che alla gente che ci passa accanto e scorge un buio invitante e foriero di armonia, come accade solo quando il giorno rinuncia alla luce del sole e la sera ci prepara alle ombre della notte. Il muretto ci invita a seguire una direzione ben precisa ed ha raggiungere le luci accanto alle case che per tutta la notte riusciranno a trasformare quel luogo in un incantamento rotto solo dal suono dei passi di chi non vuole rinunciare alla vita solo perchè il sole è tramontato. Una città ed il suo bisogno di essere pulsante come il cuore di chi la abita, le luci questo raccontano e tu le hai fatte tue in questo delicato scenario dove tutti noi vorremmo passeggiare prima di coricarci. Riesci a farci percepire le voci morbide di chi si sta attardando ed il profumo dell'aria quando ancora non fa freddo ed indossa tutti gli umori di chi la respira e la impregna di sè. La notte non appare come incombente ma come un fluire pacato di un tempo a portata di mano di chiunque voglia farlo proprio con quella calma che le figure umane lasciano trasparire dal loro incedere. Qualcuno li potrebbe definire acidamente perditempo notturni, invece insieme alle luci il tempo loro lo vestono, è come una seconda pelle, si godono una scena delicatissima, dove tutto è armonia, comprese le finestre delle case come palpebre abbassate per riposare dopo una giornata di luce e di lavoro. Le chiacchiere serali, prima che tutto taccia, qui è una prospettiva che tu hai abilmente scelto e fatto tua per comunicarci una serenità composta apparentemente di poco ma al contrario ricolma di un tutto che giunge fino a noi come certe voci che sorridono mentre si fanno udire allontanandosi piano piano dalle case insieme ai passi che le accompagnano.
(Paola Palmaroli)