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Murano

MURANO
2016@Ivano Mercanzin

Sì, un racconto il tuo, Ivano e anche il mio, se tu permetti, in conseguente botta e risposta per trarne, se ci riesco, una piccola, possibile storia che già è qui, tutta presente nei suoi brillori in bianchi neri plastici desiderosi di raccontarsi. Storia surgiva ed obiettiva, nata istintivamente o intenzionalmente, chissà, da questa bella foto, un'anima narrante in attesa di uscire e farsi leggere e raccontare, se vuoi. Un commento o una recensione o una provocazione amichevole e affettuosa che vuole o vorrebbe approfittare di questo tuo stupendo lessico estetico e grafico offerto da un'immagine che emana spiriti, evocazioni, storia, cronaca e arte in chiaro scuri vaporosi d'acqua sinuosa ed insinuante e sospirante aria salata. La foto già racconto di per sè, fin da subito, nel suo fresco e lustro guazzo odoroso di salmastro mare, evoca vecchie storie di consunte pietre e antichi legni di navigli, pontili, attracchi ed ormeggi. Un tempo, un luogo, un paese isolano che vive con le radici nel mare, un ambiente che di per sè è già storia gloriosa e gratificante. Storia nella storia dunque. Orgoglio storico, fascino e desiderio di condivisione lirica, spirituale ma anche materica e concreta. Un'atmosfera intensissima gioca tra acqua e cielo entrambi modulanti umide voci e alcune figure in movimento, un'imbarcazione in fugace navigazione, alcuni scafi alla fonda d'ormeggio, un uomo, un cappello, un ombrello, alcuni muri e poi lo spazio urbano marinaro e marinaio.Il tutto appare e si esprime come su un palcoscenico in un taglio di luce diagonale quasi drammatico, anzi, dire proprio drammatico, nervoso, inciso e tirato visivamente all'inverosimile. Il cielo già basso tende a scendere ancora di più su questo squarcio lagunare, pesando immane e quasi rapace in questo taglio spiovente, corrucciato e sfrangiato nelle proprie evoluzioni di bassi e intensi nembi cotonosi sfilacciati, ancora custodi e forieri di prossima probabile pioggia. I pesci, le alghe, i fondali lagunari della Serenissima e le creature d'acqua e fango se ne stanno rintanati mentre le case immobili interpreti, testimoni come sempre di questa scenografia a cielo aperto, sembrano sfidare il tempo immane, il cielo eterno, l'occasionale pioggia e l'onnipresente, immancabile mare giuliano in compagnia di un vento sonoro che porta e riporta, linguaggi, fiati, sapori, echi, figure e voci nuove ma anche emozioni antichissime. Uno sparuto quanto solitario passante in occasionale controluce o quasi, sembra indugiare, rapito ma ben consapevole, a guardare, ad ascoltare questi suoni liquidi e lucidi di bagnato, come scure, brillanti pelli d'anguille, che rimbalzano da riva a riva, da canale a canale, di onda in onda, di casa in casa, di chiglia in chiglia per poi disperdersi più lontano in un affogare continuo e ripetuto appuntamento naturale tra nubi e onde d' Adriatico. Un quadro intriso di luce chiusa, plumbea ma nello stesso tempo anche inaspettatamente brillante, una luce quasi che schiocca per riflessi e luccicori brillanti, esplosa in varchi e vampe graffianti che sfiorano le ombre e le penombre diffuse del borgo marinaro. Il passeggiatore con cadenza amena e pacata, si presume da conoscitore dei luoghi, con il volto nell'aria, con il viso pieno d'aria e ventosa salsedine porta a spasso se stesso ma anche l'ombrello chiuso ed il cappello che sembra tenergli e contenergli i pensieri ben riparati e fissi, a prova di colpi di vento, ben calzato in testa. Il passo dell'uomo è lento, rilassato, si direbbe che procede con un passo che gusta e degusta, apprezzando. Non potrebbe essere altrimenti, in quanto se così non fosse non permetterebbe a quei suoi pensieri e allo sguardo di spaziare in quell'incanto urbano e marino al contempo, prettamente lagunare che per fortuna continua a ripetersi con sua e nostra profonda soddisfazione e incantata ammirazione. Cuore di terra e acqua salata. Profumo di sabbia, sale, pesce, legno bagnato, fango e anime marine. Un'isola che è al contempo paese riparato e anche ampio respiro aperto sull'antico mare che, come un anziano patriarca veglia sui suoi domini. Tecnica fotografica e stile narrativo a mio avviso pressochè perfetti, c'è sempre tanta bravura nel confezionare, rapire e fermare immagini e sensazioni così vibranti e toccanti.
(Franco Gobbetti)

Davvero bella e di grande suggestione e composizione, un racconto dove il quotidiano viene fermato e si intreccia a un'eleganza, a una misura espressiva e stilistica evidenti...Con un gioco di luci/ombre e tonalità ottimo! Una scia di luce e acqua dentro il paesaggio che vibra e si muove. Semplicemente, vive e si racconta nella sua umanità.
Luciano Benini Sforza

La cosa che mi emoziona delle tue fotografie caro Ivano, è che parlano di viaggi, dei tuoi viaggi, che non sono solo reali, perchè raggiungono mete visibili e mete che non si possono vedere. Sono viaggi verso l'oltre, in cui si trova e si ritrova la tua essenza del fotografo viaggiatore e poeta (così penso io di te...), ma in fondo, anche un po' di noi stessi.
Tiziana Ruggiero

Strisce di luce che percorrono la città, ciascuna rappresentativa di un sentire, che tuttavia non percepiamo nella sua specificità ma che resta imprigionato nel grande flusso indeterminato e compattato dalla fretta. Vedo nella tua bella foto una metafora resa palese, per contrapposizione, dall'immutabile indifferenza del cielo.
Massimo Passalacqua

Io credo che ci siano 2 tipi di fotografie quelle cercate, volute, pensate con un pensiero importante dove trovi emozioni forti. Poi ci sono le foto che nascono per caso e catturi un' emozione altrettanto forte.. La tua foto comunque sia è di una bellezza che dà emozione a partire dal cielo così bello con quelle nuvole e poi fino ad arrivare a un bel disegno di luci.
Giorgio Zedda

MURANO
2016©Ivano Mercanzin

Rendere in bianco e nero la bellezza di un'atmosfera in un'isola che è impregnata di colori come poche altre al mondo è quel che fa la differenza tra una fotografia ed una narrazione fotografica cui tu ci hai abituato restituendoci il vissuto di chi guarda e non solo la bellezza di ciò che osserva. Le case ed i laboratori sono affiancati le une agli altri, il cielo qui è concentrato di nuvole e di vento, sembra che da un momento all'altro su ogni cosa, come in una fiaba, scivolerà il colore dei vetri colorati attraversati dalla luce del sole, che un incantesimo si stia per spezzare restituendoci la grazia e la gioia di tanti pezzi coloratissimi di vetro trasparente, un impasto che il bianco e nero cela e protegge per poi rivelarcelo in un secondo tempo, Tutti paiono dormire, riposare, le botteghe chiuse, c'è un'aspettativa magica nel tuo scatto che io trovo incantevole. Stupenda atmosfera.
Paola Palmaro

Davvero bella, davvero suggestiva; ottima composizione, molto equilibrata ed efficace nell'armonia dei pieni e dei vuoti, degli elementi solidi e di quelli liquidi o più leggeri, nel bilanciamento della staticità con la mobilità dinamica della fuga prospettica...Una musica visiva ben realizzata, ricca di spunti armonizzati in modo sapiente, tutta da ascoltare e vedere con vero piacere...Ivano!
Luciano Benini Sforza
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