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Il viaggio necessario

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poesie di Raffaele Luise
fotografie di Ivano Mercanzin
Gambini editore (già Intermedia edizioni)

Introduzione di Raffaele Luise

Perché “viaggio necessario”?
Innanzitutto perché la vita è viaggio. Anzi, il viaggio è la vera Patria dell’anima, come
afferma Kazantzakis.
Poi, perché l’autentico viaggio, assolutamente libero, imprevedibile e aperto, e dunque costitutivamente
rischioso, tocca il cuore incandescente della vita.
E come il vento-anemos in greco, e dunque anima- il viaggio ti porta là dove trovi la tua anima. E in questo risiede la sua
“necessità”, in quanto tensione esistenziale e spirituale al tempo stesso, verso un Oltre e un Altrove che apre al rischio
della creatività, dell’immaginazione, dell’inquietudine e dell’incompletezza, e la cui rotta e l’approdo comprendiamo
solo al suo epilogo.
Un viaggio, che in questo percorso lirico si configura come passaggio attraverso tre dimensioni, ad ogni passo intrecciate
intimamente tra di loro: l’amore, il mare e Dio.
L’amore è la scaturigine - sempre - del viaggio, e il suo simbolo più perfetto è l’estasi per la donna (ma questo non
esclude ogni altro tipo di amore autentico). Ma ogni viaggio, anche quello del pensiero e della ragione, ha la sua origine
nell’amore, e qui la pronuncia poetica attinge alla mitologia, alla filosofia e alla teologia, rivelando il volto forse più disatteso
della poesia, quale massima e più radicale ermeneutica della Realtà e del suo mistero: un’ermeneutica di partecipazione,
attenta e visionaria. È la grande lezione di Raimon Panikkar; ma lo afferma anche uno scienziato del calibro di
Carlo Rovelli quando sottolinea la profonda corrispondenza che esiste tra la visionarietà della grande ricerca scientifica e
la visionarietà della grande poesia.
Il secondo momento è rappresentato dal mare, simbolo vivo e metafora potente al tempo stesso della Natura, della
MadreTerra, dell’inconscio umano e dell’anima mundi. Dal mare – dono e semenza celeste - nasce non a caso la vita
e dall’oceano nasce anche Afrodite, la dea dell’amore. Di fronte al dramma ecologico, alla crisi climatica, che in realtà
è crisi planetaria e nelle sue profondità malattia dell’anima, e a cui è intimamente collegato il flagello della Pandemia, il
canto si fa più urgente e visionario, e la poesia si fa capace di “capire”, come dall’interno, che Tutto è vivo, che non esistono
cose inanimate e inerti, che non ci sono enti nè eventi, ma che tutto è esistente nell’unica famiglia universale dei
viventi. E che la sconfinata trama delle differenze è come “unificata” dai legami di una fraternità globale. Il che esige
una nuova visione da parte dell’uomo, che sia in grado non solo di rispettare i diritti di ogni creatura, ma anche di saperne
ascoltare la voce e l’appello. In questo senso, il “viaggio necessario” si fa più stringente e drammatico!
E infine Dio, che è la terza dimensione del viaggio, che tutte le attraversa. Il Divino, che ne è il misterioso alfa ed omega,
l’origine e l’approdo, e in qualche modo il viaggio stesso. E la poesia si fa così canto sacro, rito cosmico.

POESIE

Nevischiava

Nevischiava, trepido e lieve
in quella piazza sul trono degli Appennini. Nella nebbia dei fiati vicini
-così vicini-
respiravamo l’uno dall’altra.
La neve, come un mare quantico turbinava nella sera bianca
e danzava nelle nostre vene.
Nevischiava,
ma tu – incurante-
mi guardavi, mi guardavi assorta...
finché il tuo sguardo coprì tutto lo spazio del mondo, e dai tuoi occhi - d’un tratto -
con la potenza d’un fiume che ritrova la luce,
la tua anima volò nella mia
(e il mio cuore si fece cavo per accoglierti).
Quei tuoi occhi,
vampe di fuoco nella neve,
mi trafissero come le rondini il cielo a primavera!
Nevischiava nell’opalescenza dei radi lampioni, e tu ormai bevevi direttamente
dalla coppa del mio cuore.
Ovattate litanie giungevano
da sparsi grumi di luminarie.
Era Natale, e tu nascevi dentro di me!

Schegge di luna

Una notte di luna insieme alla deriva su una barca
ci portava Dio.
Una malia arcana avvolgeva il mondo,
e seminava i tuoi occhi
nell’immensità.
Come uno sciamano,
Armonia, per un attimo
irruppe nelle vene dell’Universo.
E la gioia straripò.
Ma non resse il mondo quella passione. La visione s’infranse
e mille schegge di luna
mi trafissero il cuore.
Ti persi Amore nell’onda nera naufragammo,
e pure Dio s’inabissò con noi.

Sera Mediterranea

Sulla soglia dell’autunno dolcemente muori giorno e l’oro si perde
in una fuga di colori
che, come bambini, giocano sui rami del cielo.
Su questa spiaggia -
estremo promontorio dell’essere, si sfibra il mio cuore e canta
coi divini frutti del Mediterraneo - il pane i fichi e il vino,
nettare degli dei
che qui poneste la vostra dimora.
Un’aura arcana
come gioia primigenia
mi scioglie nei profumi
della tua sera, Mediterraneo.
E in questa sera delle mie sere, ritrovarsi acqua
che sogna l’eterno.

L’Autore

Raffaele Luise è il Decano dei Vaticanisti della Rai, dove ha lavorato come Inviato Speciale per più di trent’anni, seguendo in Italia e nel mondo i pontificati di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e i primi anni di quello di Francesco. Ha, in diverse occasioni, intervistato i tre Pontefici.
È stato Inviato di guerra, sui fronti più drammatici del mondo, nel trapasso tra fine del Novecento e primi anni del Duemila: in Somalia, in Iraq e a Sarajevo. Tra i massimi esperti del Dialogo interreligioso e interculturale, ha promosso numerosi Convegni sul tema e svolto docenze in diverse Università italiane.
Ha insegnato Giornalismo televisivo presso l’ Università Lumsa di Roma.
È autore di: L’ecumenismo da Basilea a Seul, in Quaderni del Circolo Rosselli (1991); I tre Monoteismi in dialogo, in Quaderni del Circolo Rosselli (1992), editi da Franco Angeli.
La visione di un monaco. Il futuro della fede e della chiesa nel colloquio con Benedetto Calati (2000), bestseller dell’editoria cattolica; Cenacoli di resistenza. Quando i contemplativi delle diverse religioni del mondo pregano per la pace (2004); Dubbio
e Mistero: a colloquio con Norberto Bobbio, (2006), l’ultima intervista rilasciata dal grande Intellettuale; Chiedi alla sabbia. Sulle tracce di Charles de Foucauld (2007), editi da Cittadella Editrice.
Raimon Panikkar. Profeta del dopodomani (2011); Con le periferie nel cuore (2014), editi da Edizioni San Paolo. Testimone della misericordia. Il mio viaggio con Francesco. Conversazioni con Raffaele Luise, Walter Kasper e Raffaele Luise (2015), Garzanti, tradotto in quattro lingue. Diversi altri Scritti sono apparsi in volumi collettanei.
Solo Amore è il suo approdo poetico.
È autore del blog Vaticano Mondo: www.vaticanomondo.com

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Dopo "Solo Amore" una nuova collaborazione con Raffaele Luise: "Il Viaggio Necessario".



Omaggio a Carlo Carrà

date » 07-06-2021 21:01

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tags » mare, cielo, pellestrina, venezia, omaggio a carlo carrà,

186224955_5352810631456335_2672234480943674505_n.jpg

Autore: Ivano Mercanzin
Sezione: Prospettive
Selezione: Paola Palmaro
Motivazione:
Uno scorcio elegantemente composto dove il mare si fonde con lo spazio di una quotidianità che tenta di riappropriarsi della sua armonia ordinaria ed avvolgente proprio per la sua ripetitività. La panchina pronta ad accogliere i viaggiatori della sera o del mattino, il lampione che pare voler imitare un faro attirando non le navi verso i porti ma le nostre anime verso quel che resta delle stagioni e del tempo presente. L'assenza in questo scatto è ancora più impregnata della presenza di coloro che attendono di far parte della quotidianità così come il tempo vorrebbe riprendere a scandire i loro gesti, le loro abitudini di vita. L'orizzonte non è mai stato così vicino allo sguardo del fotografo, il cielo attinge il respiro del mondo da quella sospensione del tempo che ha reso ancora più intenso il bisogno di riprendere il cammino dei giorni e delle notti. Bellissima visione Ivano, riesci sempre a raccontare gli umori del presente con un'eleganza ed una grazia narrativa che ti sono proprie.
Paola Palmaro

Il pescatore

date » 07-06-2021 20:58

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tags » pellestrina, venezia, mare, cielo, nuvole, pescatore, pesca, rete,

Ivano_Mercanzin_Pellestrina_2021_44.jpg

Autore: Ivano Mercanzin
Sezione: Sound of Silence
Selezione: Paola Palmaro
Motivazione:
La scena è pervasa da una forza e da una calma cui le onde del mare, i gesti dell'uomo, i resti di una mareggiata adagiati come se fossero sfiniti dal viaggio compiuto, riescono a comunicare quelle vibrazioni che consentono all'anima di godersi un silenzio innaturale ed affascinante.
Quella voce che ti fa rimanere in religioso silenzio di fronte al ritmo naturale dei giorni, ai gesti scolpiti dalle abitudini, ai resti di un viaggio che ha portato degli alberi a cercare le loro ultime radici sulla riva mai smarrita dalle correnti dei mari.
Una serenità che si sente a fior di pelle, un'armonia quasi surreale eppure ancor più tangibile per quel flusso ininterrotto di emozioni che tutti gli elementi della scena riescono a far confluire nello scatto.
Non ci sono solo i resti di un pasto che il tempo ha reso digeribile e la natura ha consumato voracemente, la spiaggia è un concentrato di caos calmo e di una consapevolezza verso il succedersi della vita e della morte da far risuonare la voce di un silenzio arcaico e carico di valenze simboliche.

Veleggiando

date » 07-06-2021 20:54

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Ivano_Mercanzin_Pellestrina_2021_48.jpg

Pellestrina
Maggio 2021

Il respiro della luce ci raggiunge fino a penetrare l'anima, in questo paesaggio il baluginio sulla superficie dell'acqua, le increspature date dalla corrente ed i riflessi che si stemperano nella quiete del paesaggio coinvolgono tutti i sensi, nutrendoci di quella nostalgia di cui non percepiamo la provenienza ma che vorremmo non ci lasciasse mai talmente profuma di buono.
Ci sentiamo fin da subito parte del paesaggio, degli osservatori privilegiati ma anche parte di ogni elemento colto nella composizione.
In questo bianco e nero delicatissimo il cielo finisce per farsi catturare dai riflessi che genera sulla superficie delle acque, una luminosità morbida si espande in ogni dove definendo i contorni della vela, della costa e dei declivi in lontananza ed una calma sommessa perdura oltre i contorni dell'immagine e si effonde attraverso la vista fino a stregarci in modo indissolubile. L'invito a fermarsi, a prendere coscienza della bellezza che ci circonda non è sottinteso ma si insinua lentamente, man mano che penetriamo la scena.
Bravissimo Ivano, hai reso l'ordinario uno straordinario vissuto come accade solo a chi sa penetrare la realtà cicorcostante senza provare alcun pregiudizio, aperto ad accogliere il respiro del mondo e facendolo proprio con profonda umiltà e consapevolezza.
(Paola Palmaro)

Solo Amore

9.DUBBIO_E_MISTERO__IM__.jpeg10._IL_SENSO_DEL_TEMPO__IM__.jpeg12.FUOCO__IM__.jpeg13..CUORE_DI_NEBBIA__IM__.jpg14..ELOGIO_DI_PALINURO__IM__.jpg1_COPERTINA__IM___.jpeg3_SIRENA__IM__.jpg4.EURIDICE__IM_.jpeg5.NOSTALGIA__IM_.jpeg7_INSIEME__IM_.jpeg8.VENERE_MEDITERRANEA__IM_.jpgIvano_Mercanzin.jpg

poesie di Raffaele Luise
fotografie di Ivano Mercanzin
Intermedia Edizioni

per acquistare il libro


Prologo

“Solo Amore” è un titolo polisemico, evocativo di intuizioni che da una parte toccano l’intraducibile e più profonda esperienza personale di ciascuno di noi, ma dall’altra ne dilatano enormemente lo spazio, fino ad abbracciare il mare (che è figura del Cosmo), la donna (che è la quintessenza dell’Amore), e Dio (che è la fonte e l’approdo dell’Amore).
Che l’Amore sia polisemico lo dicono i diversi nomi che lo designano nelle varie lingue, e che i greci chiamarono: eros o l’amore sensuale, filia o l’amore di amicizia, e agape o l’amore fraterno, caritatevole. Sono forme strettamente interrelate fra di loro, ma è eros che dà il sapore ad ogni forma di amore!
Come corpo, mente e anima sono plasmati della stessa argilla, così il mondo, l’uomo e Dio sono legati da infiniti legami invisibili d’Amore. Al punto, che possiamo dire che questi tre amori, alla donna, al mare e a Dio, vivono misteriosamente nello stesso respiro.
Chi è innamorato di una donna, e per lui lei è la “donna del mare”, la sua Musa, sente immediatamente dilatarsi lo sguardo del cuore e della mente al mondo, e percepisce che le finestre dell’anima si aprono a quella luce miseriosa, più pura e diafana, che chiamiamo Dio. L’esperienza autentica dell’amore – quella che dice: “per sempre”- è insomma esperienza divina, che ci eterna.
Ma l’Amore è polisemico, in primo luogo, perchè la sua sostanza è quella del fuoco, della passione, della follia. E in quanto tale, rappresenta fedelmente la nostra natura, perché noi siamo portatori del fuoco, siamo sentimento, amicizia, e passione fino alla follia.
Gli innamorati conoscono bene questa follia, che ha le sue radici nella natura “ambivalente”, “bifronte” dell’Amore, che Ovidio ha espresso perfettamente nel verso immortale: “Nec tecum nec sine te vivere possum”: il calore che fonde, e, allo stesso tempo, la distanza che separa!
“Io t’ho amato sempre, non t’ ho amato mai”, canta Fabrizio de André.
È questo l’irriducibile “tormento” dell’Amore (sempre presente anche se in forme diverse, sia nella fase dell’innamoramento che in quello dell’amore ormai istituzionalizzato) che esprime il dinamismo costitutivo di Eros, quel misterioso impasto di luce e di ombra che l’attraversa, e che svela nelle sue profondità la polarità ineludibile di Amore e Morte. E qui vorrei ricordare che, non a caso, Afrodite, la dea dell’Amore, era venerata nei tempi arcaici anche come dea della Morte.
Il titolo, “anch’esso bifronte”, vuole attingere proprio questo conturbante mistero. Esso si può leggere, come è scritto, “Solo Amore”, oppure, specularmente, “Amore Solo”.
“Solo Amore” vuol dire che soltanto l’Amore conta, l’amore personale e cosmico allo stesso tempo, perché esso è il ritmo e il respiro stesso della vita.
“Amore Solo” significa, invece, che anche l’Amore è solo, e questo va inteso in un’accezione vastissima, che va dal desiderio umanissimo degli amanti di stare da soli, all’estrema frontiera dove, nonostante l’Amore in sè sia purissima relazione, anche l’umanità, lo stesso Cosmo e addirittura Dio possono fare l’esperienza di una solitudine vertiginosa e priva di parole per essere detta.
La stessa fonte dell’Amore, Dio, è solo senza gli uomini, e senza la Creazione!
Per non parlare, poi, guardando al perimetro del nostro mondo, ai tanti amori avversati e negati, per i più fantasiosi motivi, vuoi che siano omosessuali o che leghino persone di censo, religione, cultura e pelle differente.
Ma, il titolo, letto nella sua interezza, vuole in realtà affermare proprio questo: che nessun amore è sbagliato. Sbagliate sono le leggi, i costumi, lo stato della nostra civiltà.
Ma questa affermazione decisiva, ancora una volta, può essere fatta solo dalla poesia, questa più sapiente ermeneutica della Realtà.

Donna del mare

Torna, torna amore

a donarmi quel frutto

nell’azzurro cielo di Creta,
lungo coste che portano la felicità.
Torna a ballare con me il sirtaki,
seduti al tavolo di quella taverna
sul mare di Triopetra.

La luna quasi si immergeva nell’acqua
e il vento tra le tamerici

ci ubriacava di profumi.

Portavi un abito lungo
comprato su una bancarella

ma eri una dea

luminosa e bella

Come la vita sognata.

Mi manchi donna del mare.

Sirena

Come luna che sorge

nel cuore del sole,

mi venisti incontro

in un mare di cobalto,
una mattina d’estate.
Sospesi tra cielo e terra
in un abbraccio equoreo.
Com’era leggero allora il mondo
e sorridente la vita.

Tu eri quel sorriso.

Ero andato lontano
a perdermi nell’immensità marina,
pulsante di risonanze cosmiche.

Il sale e il sole
mi colavano dai capelli sugli occhi.
Mi ero fermato,

per riprendere fiato

e trattenere quel momento perfetto.
E d’un tratto
ti vidi,
nuotare incontro a me.

Soli nel mare

come astri persi nel firmamento.
La crocchia dei tuoi capelli

Il tuo timone.

Mi guardavi felice,
e il tuo sorriso

di sole impastato di luna
esplose nella mia carne

con il fragore
di una nuova nascita.

Anche il mio cuore

allora

divenne mare.

Postfazione

di Isabella Gambini, editore

“Solo amore” intensa e profonda raccolta poetica di Raffaele Luise ricama una delicata tessitura fra mare, terra e cielo. Nella prima parte è l’acqua a condurre le danze del sentire poetico, accompagnandone l’immersione emozionale. Il poeta accoglie dentro di sé l’immensità marina; il cuore diventa acqua, la vita una trama d’onde. E come i flutti nella risacca, il sentimento avanza, si infrange e ritorna, perché sempre si torna/per ripartire. Il Mediterraneo resta una presenza dilatata, continua e sconfinata, famigliare e impenetrabile; guida la forza arcana di una navigazione dell’anima, espletando la funzione maieutica che spinge la passione a farsi parola. In questo sentire fluido, l’amore non può che avere le fattezze e lo sguardo acquoreo di una donna del mare, una musa che conduce gli approdi e i naufragi del cuore. Se la distesa del Mediterraneo ha il potere di richiamare l’arcana evocazione del mito, l’immersione nel profondo può però anche manifestarsi come una discesa infera, nella quale il poeta, come Orfeo, vaga alla disperata ricerca di una Euridice smarrita in un regno oscuro. E sempre il naufragio si fa metafora dell’erranza dell’anima, che nella lenta deriva trova la
consolazione del perdersi nel mistero di Dio.
Nella seconda parte della raccolta ha luogo l’approdo, ed è la terra a reclamare il canto. Anche le parole si fanno più solide, corporee, per trasformarsi in narrazione e dare voce alla materia, allargando lo sguardo fra cielo, terra e acqua. Ma anche questo mondo più definito è sempre esplorato con sguardo diafano, attraverso un alfabeto di stimoli e suggestioni. Come in un cantico che rivela che ogni cosa è sacra, e può confidare il suo intimo segreto a chi sappia mettersi in ascolto. È in questa percezione di parole segrete che diventa possibile sentire Dio, come una vibrazione a cui abbandonarsi, una rivelazione del Creatore attraverso la sua creatura, nel respiro condiviso di spirito e materia.
E così, anche la poesia rimane impigliata, come il cuore, nella magica fusione di tempo ed eternità.

L’Autore

Raffaele Luise è il Decano dei Vaticanisti della Rai, dove ha lavorato come Inviato Speciale per più di trent’anni, seguendo in Italia e nel mondo i pontificati di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e i primi anni di quello di Francesco. Ha, in diverse occasioni, intervistato i tre Pontefici.
È stato Inviato di guerra, sui fronti più drammatici del mondo, nel trapasso tra fine del Novecento e primi anni del Duemila: in Somalia, in Iraq e a Sarajevo. Tra i massimi esperti del Dialogo interreligioso e interculturale, ha promosso numerosi Convegni sul tema e svolto docenze in diverse Università italiane.
Ha insegnato Giornalismo televisivo presso l’ Università Lumsa di Roma.
È autore di: L’ecumenismo da Basilea a Seul, in Quaderni del Circolo Rosselli (1991); I tre Monoteismi in dialogo, in Quaderni del Circolo Rosselli (1992), editi da Franco Angeli.
La visione di un monaco. Il futuro della fede e della chiesa nel colloquio con Benedetto Calati (2000), bestseller dell’editoria cattolica; Cenacoli di resistenza. Quando i contemplativi delle diverse religioni del mondo pregano per la pace (2004); Dubbio
e Mistero: a colloquio con Norberto Bobbio, (2006), l’ultima intervista rilasciata dal grande Intellettuale; Chiedi alla sabbia. Sulle tracce di Charles de Foucauld (2007), editi da Cittadella Editrice.
Raimon Panikkar. Profeta del dopodomani (2011); Con le periferie nel cuore (2014), editi da Edizioni San Paolo. Testimone della misericordia. Il mio viaggio con Francesco. Conversazioni con Raffaele Luise, Walter Kasper e Raffaele Luise (2015), Garzanti, tradotto in quattro lingue. Diversi altri Scritti sono apparsi in volumi collettanei.
Solo Amore è il suo approdo poetico.
È autore del blog VaticanoMondo: www.vaticanomondo.com

Dopo "Solo Amore" è stato pubblicato "Il viaggio necessario" dello stesso autore e con le mie fotografie.

Calligrafie di Coney Island di Petra Casotto

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Un incontro di Ivano Mercanzin

Passeggiavo in un storica stamperia di Vicenza (Stamperia d’Arte Busato) per alcuni scatti di questo luogo magico e sospeso nel tempo, con ancora un’artigianalità artistica e una cura del dettaglio come nel passato, ma con uno sguardo a molti artisti contemporanei, quando mi sono imbattuto in Petra Casotto che stava spiegando l’arte della “calligrafia” alle persone presenti.

Mi sono incantato ad osservare alcune sue opere e ne sono rimasto affascinato. Libri, libriccini, agende, diari , segnalibro, cartoline per tutte le occasioni e rigorosamente fatti a mano ed esclusivi.

In particolare mi ha colpito il libro di un un suo viaggio in Islanda in cui alcune foto erano stampate su carta pregiata, orientale, mi sembra, con la copertina decorata con alcuni suoi disegni ma soprattutto vi erano i testi scritti con una calligrafia originalissima che diventava essa stessa un’opera d’arte.

In quel momento non l’ho disturbata ma poi a casa ci ho pensato e l’ho contatta proponendole un progetto insieme con le mie foto di Coney Island a cui ha aderito fin da subito.

Qui un’ anteprima di alcuni libri da lei realizzati con le mie foto e con i miei testi di Coney Island reinterpretati da Petra che con i suoi disegni e le sue personalissime calligrafie ha creato delle vere e proprie opere d’arte uniche ed esclusive e del tutto personalissime.

I libri, le tavole, i diari, le agende e altro saranno esposte in varie fiere dell’arte (appena sarà possibile) insieme alle mie foto e l’organizzazione è stata affidata in esclusiva alla galleria internazionale

CONTEXT ART GALLERY che trovate a questo link

Mentre il progetto fotografico completo lo trovate qui: (Ivano Mercanzin – Coney Island)

mentre altri lavori di Petra Casotto sono qui.

Qualcosa di lei:

“Carta ed Inchiostro sono i protagonisti della mia ricerca espressiva. Adoro la carta e la sua estrema versatilità: ciò che si può creare con questa materia e ciò che si può scrivere e disegnare su di essa. Il mio percorso artistico inizia nel 2006 alla Bottega del Tintoretto a Venezia, dove seguo nel tempo i Corsi di Disegno, Incisione e Stampa d’arte con i maestri Roberto Mazzetto, Sara Flores Vio e Florence Faval. Da qualche anno mi sono appassionata allo studio approfondito della Calligrafia formale ed espressiva. Ciò che creo nasce dal desiderio autentico di dare spazio a quello che ho imparato e alle mie emozioni più profonde, riscoprendo il valore e l’unicità di ciò che viene scritto e realizzato rigorosamente a mano.

TESTI di Ivano Mercanzin tratti dall'intervista a Witness Journal che trovate completa qui

“A Coney Island mi sono ritrovato in un mondo surreale, come all’interno di una favola in bianco e nero. Il non colore che sembra poesia con mille sfumature nei toni del grigio. E’ silenzio, assenza di rumore se non quello del mare, un naturale suono che culla la mente e accompagna i pensieri lasciandoli fluire senza interruzione, finalmente liberi di vagare.”

“E’ silenzio, assenza di rumore se non quello del mare, un naturale suono che culla la mente e accompagna i pensieri lasciandoli fluire senza interruzione, finalmente liberi di vagare.”

“Le foto raccontano storie e mondi altrui ma nel profondo, è la tua anima che si svela.

“Sento i profumi, i colori, i silenzi. Cerco di fiutare l’aria lasciando libere le mie emozioni. La macchina fotografica come un prolungamento delle mia anima.

“Sento i profumi, i colori, i silenzi. Cerco di fiutare l’aria lasciando libere le mie emozioni. La macchina fotografica come un prolungamento delle mia anima.”

“Le foto raccontano storie e mondi altrui ma nel profondo, è la tua anima che si svela.”

“La fotografia non deve rappresentare ogni cosa anzi deve togliere il più possibile, lasciando solo pochi elementi sparsi che possano essere carpiti ed interpretati dall’osservatore. Egli costruirà un racconto personale e lo completerà con il proprio vissuto, con le emozioni e con il proprio sguardo interiore.”

“Sento i profumi, i colori, i silenzi. Cerco di fiutare l’aria lasciando libere le mie emozioni. La macchina fotografica come un prolungamento delle mia anima.”

“Il mio è un racconto lieve, leggero, quasi impalpabile. Il bianco ed il nero descrivono tutto questo con delicatezza, in modo poetico, senza contrasti.

Lontananze, figure appena abbozzate, a volte perse tra la nebbia, mai vicine, come sospese in un paesaggio surreale. Osservando i miei scatti mi piace definire la mia Coney Island il luna park dell’anima”.

“A Coney Island mi sono ritrovato in un mondo surreale, come all’interno di una favola in bianco e nero. Il non colore che sembra poesia con mille sfumature nei toni del grigio. E’ silenzio, assenza di rumore se non quello del mare, un naturale suono che culla la mente e accompagna i pensieri lasciandoli fluire senza interruzione, finalmente liberi di vagare.”

Un incontro di Petra Casotto

Un incontro casuale e una sensazione che prometteva… così nasce questa speciale collaborazione. L’idea è quella di unire immagini e parole: fotografie e racconti di viaggio.

Per il lavoro ho utilizzato della carta pregiata orientale sulla quale ho trasferito le fotografie utilizzando un semplice medium acrilico. Sulle fotografie così trasferite ho poi scritto liberamente i testi. Ad ogni fotografia è stato abbinato un testo diverso ed una scrittura diversa. Il punto di partenza è la Scrittura Italica corsiva, diffusasi in Italia nel 1400, nella sua versione più formale. Ho creato poi alcune variazioni personali più espressive, modificando la qualità del segno, la forma delle lettere ed il ritmo della scrittura.

Tavole

Formato 45x60cm

Inchiostro Sumi su carta artigianale orientale Hokosawa

Libri

Formato – libro chiuso – 20×20 cm

Inchiostro Sumi su carta Arches e su carta artigianale orientale Hokosawa

Essence in Black and White

date » 02-02-2020 18:34

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Ivano_Mercanzin_3.jpg

Autore: Ivano Mercanzin
Sezione: Essence in Black and White
Evidenza del 30/10/2019
Motivazione.
Amare la propria terra significa tante cose, una fra tutte: riconoscerla e descriverla trasmettendono il cuore e l'anima.
Sicuramente Ivano possiedi quel tocco magico che comunica emozioni e sensazioni ogni volta che decidi di fissare per sempre in uno scatto un istante che ti ha incantato e fatto abbracciare le radici di uno spazio e di un tempo in cui la terra ha trovato la sua ideale dimora e coscienza di sé.
La memoria del tempo è composta di tanti istanti diversi, come la vita stessa, in un'immagine ne cogliamo solo un brandello ma il tessuto di cui sono composte le tue rimembranze è un abito che ogni anima vorrebbe indossare per l'armonia e l'intensità che ne costituiscono sia il taglio compositivo che la dolcezza.
Grazie Ivano per questo gioiello che unisce alla luce e ad un bianco e nero morbido ed avvolgente la qualità migliore di ogni fotografia: la sua verità, la sua purezza,. la sua grazia!
Chiamala come vuoi, per me è un candore che solo gli sguardi dei bembini ti restituiscono fedelmente, i fotografi spesso lo sono ancora e l'immagine che ci hai proposto resta nel cuore e nella mente fino a farti viaggiare tra cielo e terra fino all'infanzia del mondo e dell'uomo.
In quel giorno perfetto dove tutto sembra aver un senso un angolo di mondo ha abbracciato i nostri più struggenti pensieri e le nostre migliori intenzioni. Di nuovo grazie Ivano!
(Paola Palmaroli)

Autumn

date » 02-02-2020 18:27

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ivano_mercanzin_2019__39.jpgivano_mercanzin_2019__61.jpg

Autore: Ivano Mercanzin
Sezione: AUTUMN
Selezione: Paola Palmaro
Evidenza del 25/10/2019
Motivazione:
Riuscire a captare l'essenza stessa dell'autunno trasmettendola in bianco e nero è un privilegio che ci si può permettere solo quando si ha un paesaggio nel cuore oltre che negli occhi.
Ivano ha comunicato la dolcezza di un sentimento di appartenenza a questo paesaggio attraverso il riflesso nel canale del casolare, punteggiando la scena di dettagli che la riempono di una malinconia delicatissima e struggente. Ci sono stagioni che fanno parte della nostra vita fin dalla nascita, sono indissolubilmente connesse con la nostra anima e riescono a farsi tradurre con un'eleganza ed una profondità che a pochi fotografi è concesso di realizzare e mostrare.
Ivano Mercanzin possiede la rara capacità di colorare qualsiasi emozione usando un bianco e nero che ne ravvivi il sentore nell'immaginario collettivo, unendo alla sua tecnica un cuore grande quanto l'orizzonte che vuole comprendere, un cuore che si manifesta in queste scene dove la semplicità non deve essere confusa con la superficialità ma con un candore che pochi adulti hanno saputo conservare stupendosi continuamente e non solo da bambini, dei luoghi che li hanno visti crescere e diventare uomini.
Ci sono paesaggi dell'anima che non si dimenticano mai, neppure dopo averli visitati e poi rivisti a distanza di decenni, ci sono stagioni che non hanno bisogno di essere colorate perchè certe sfumature ognuno di noi le può dipingere con la memoria dei sensi e dei sentimenti e questo Ivano non solo lo sa ma è in grado di suggerirlo e di realizzarlo come corollario di intenti che superano l'arte e la tecnica della fotografia per divenire un'emozione catturata e composta con cura pronta a sfidare l'eternità!
Ammiro Ivano, complimenti per questo gioiello in bianco e nero cui hai dato una carezza di luce, quella nei tuoi occhi.
(Paola Palmaroli)

Villaggio di pescatori

date » 02-02-2020 12:13

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ivano_mercanzin_2019__77.jpg

Ivano ogni fotografo ha la sua calligrafia quando "scrive" con la luce quel che vede e sente.
La tua calligrafia è simile a quella usata nelle lettere nei primi del Novecento, un ricamo che il tuo sguardo avvolge donando un timbro delicatissimo alla voce della natura dei luoghi che fai tuoi. Incontro i tuoi scatti e sento che sono visioni che superano l'atmosfera stessa da te catturata impregnando ogni spazio del tuo umore, della tua fascinazione, di quello stupore che raramente un uomo adulto conserva e trasporta con sé nel tempo dalla sua infanzia.
Ami questa terra, la sua liquida emozione, una dolcezza incredibile mai leziosa invade i nostri occhi incandandoci. Il bianco e nero per te è un sussurro, una corrente morbida che increspa la superficie delle acue, è un tocco magistrale dettato da un'eleganza non solo di stile ma di contenuto. Tu sei i luoghi che ci mostri, ci sei dentro fin nell'anima, scorrono come una corrente invisibile nel tuo modo di sentire ed ascoltare la natura.
Riesci a resuscitare quello spirito innato nell'uomo che lo ha indotto a superare i propri limiti, i confini del suo mondo, quelli di una natura che fa parte di ogni tuo passo, di ogni tuo sguardo e quando entro nei tuoi scatti in bianco e nero ecco che una tavolozza multicolore di sensazioni mi avvolge dandomi il privilegio di percepire quel che tu hai sentito visitandolo giorno dopo giorno, anno dopo anno, fino a donarci quella bellezza così immediata e semplici che solo un cuore puro riesce a descrivere come fai tu. Il cuore di un bambino che diventato adulto non ha smesso di provare gioia di fronte a tutto ciò che racchiude le sue radici più profonde.
Ammiro è fin riduttivo per esprimerti quel che provo di fronte a questa fotografia, hai colto la luce morbida e delicata del luogo e della stagione che lo veste con una raffinatezza senza pari, una visione poetica che so essere la tua realtà e ci inonda di sensazioni avvolgenti facendoci viaggiare nel tuo mondo.
Grazie per avermi confermato che il talento senza anima non riesce a catturare la bellezza del mondo ne fotograficamente ne con qualsiasi altro linguaggio artistico.
(Paola Palmaroli)

Il Mare

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ivano_mercanzin_2019__11.jpg

Un'armonia che appena si osserva questa fotografia si cerca nei dettagli per poi comprendere che fa parte sia del paesaggio che dell'interazione tra l'umana natura e quella di un luogo che ispira una serenità disarmante. La scena è impregnata di una luminosità morbida ed avvolgente, si rimane come soggiogati, ipnotizzati, dalla calma che si respira.
Un caos calmo, una comunicazione tra cielo e terra, tra aria ed acqua, tra la scarna vegetazione che tratteggia l'orizzonte ed in primo piano sprazzi di rassicurante appartenenza ad un territorio generoso per la bellezza in punta di piedi che cesella e custodisce con cura. La scia lasciata dalle due canoe sono tracce che appartengono ad una scrittura umana sempre pronta a lasciar dietro di sé il peso di un'esistenza troppo veloce ed alienante.
Qui ci si riappropria dei propri ritmi, del profumo del giorno e di quello di una trasmissione di emozioni che si coagula nei riflessi lasciati sulla superficie dell'acqua, come se il sospiro del mondo avesse deciso di farsi ascoltare senza urlare, solo navigando sulle acqua placide e chiedendo al cielo una luce che appaghi anima e corpo. Ammiro Ivano come riesci sempre ad unire il corpo e l'anima di una terra in cui ti riconosci e da cui noi riusciamo a trarre beneficio respirandola grazie al tuo sguardo attento e sensibile.
(Paola Palmaroli - dal blog Alitia Fotografia)
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