LUCE
Quande cade, la luce non fa rumore.
Si stende lieve, e ti chiedi meravigliato da che parte sia giunta.
La mia idea è che si riposi, perchè la sua strada è lunga e senza fine. Il più delle volte, la vedi passare in volo, veloce e silenziosa, come se la fretta le ingiungesse di correre. Sono innumerevoli, gli anfratti che chiedono di lei, e ogni giorno non sa come fare a coprirli tutti; immagino il suo fiatone, da cui probabilmente nasce il luccicore magico che capita di cogliere, a tratti.
E' proprio dal suo affanno quotidiano che succede, raramente, di osservarla cadere, come ora. Senza suoni, con voce leggera, a rifiatare quel tanto che basta per poi ricominciare.
Ecco, allora, il miracolo che mi sta davanti: come un telo di prezioso tessuto adagiato sulle cose, ne muta i contorni, ridisegnando i volti e gli spigoli, curando e colmando da dentro le crepe dei mattoni. Una nuova energia, un nuovo spazio comunicativo, una nuova pagina. Fino a quando, carica, riparte.
E' bello non sentire il suo rumore.
La luce arriva all'improvviso, e riempie il cuore.
Dopo questi incontri con lei mi ritrovo sempre un po' più ubriaco di vita, e rimango inebetito, in attesa della nuova sbornia. So che ci sarà, mi basterà porre attenzione ai segnali: il mondo si fermerà per un attimo, e subito dopo lei, nuovamente, cadrà.
(Tania Piazza)
IL MITO DI VULCANO
Dopo essere scesi dagli alberi ed aver imparato a camminare sui piedi raddrizzando la schiena la scoperta e l'uso del fuoco ha cambiato il destino della nostra specie. Abbiamo con le mani imparato a creare manufatti, strumenti per vivere, sopravvivere, per diletto, per abbellirci, per vestirci ricoprendo la nostra pelle, siamo nati e rinati mille volti durante l'evoluzione della nostra specie e questa tua immagine Ivano mi ricorda il mito di Vulcano, che soffia dalle narici il fuoco, sa domare la violenza del fuoco, la sua fucina crea armi per gli eroi dell'epopea greco-romana, Enea è uno dei tanti di cui parla Virgilio. Nel tuo scatto il fuoco fonde diverse sabbie e materiali per dar loro la forma di manufatti in vetro, un soffio che crea suppellettili di grande pregio e fattura, una creazione che non sarà utilizzata per la guerra ma in tempo di pace, per riscaldare le case con le vetrate, nessuno immagina come si possa vivere senza finestre. Vederli all'opera con quei caschi protettivi, pronti a dar vita ad una materia così delicata e fragile, così duttile ad essere plasmata e decorata, scoprire come l'uomo sia in grado di creare qualcosa privo di una valenza distruttiva fa bene agli occhi, al cuore, all'anima. Il fuoco ci ha protetto dai predatori, ci ha insegnato a mangiare cibi cotti e non più crudi, a conservarli più a lungo, a scaldarci, a non temerlo più ma a renderlo funzionale ai nostri bisogni. Il fuoco come l'acqua fa parte della nostra vita, i vari elementi, terra, aria, acqua e fuoco, costituiscono il nostro lasciapassare durante tutta la nostra esistenza. Ho in mente i fabbri di un tempo con l'incudine, il suono dei loro colpi decisi e sapienti, come ferravano gli zoccoli dei cavalli, come sudati e ricoperti da una patina nera sulla pelle ti guardavano con una mitezza che contrastava con il potere che avevano tra le loro mani. Saper tracciare il confine tra fuoco e terra, tra fuoco e aria, saper miscelare i vari elementi per dar vita ad oggetti di ogni forma e foggia, una potenza distruttiva che era usata senza essere violenti, la mitezza della conoscenza e delle abilità che rende lo sguardo fermo, i gesti sicuri, ciò che si fa e crea una commistione di armonie, un'alchimia perfetta tra idea e sviluppo della stessa. Stupendo il modo in cui hai colto l'ambiente in cui lavorano, con semplicità, la stessa che emanano i loro movimenti. L'uso delle loro mani lo hai colto in tutto lo splendore che merita, quel pollice opponibile, quella capacità di saper usare le dita ed il palmo della mano per dar vita ad oggetti dove un soffio dilata lo spazio tra la creatività ed il sogno, tra l'astrazione e la realizzazione di un'idea. Questo tuo lavoro emoziona Ivano perché va a fondo su quei piccoli e grandi gesti che rendono un lavoro un mestiere prezioso, ogni singolo movimento per realizzarlo un universo a sè stante. Complimenti come sempre per come guardi alla natura umana in qualsiasi contesto, da una strada ad uno spazio specifico, ad un paesaggio dove la mano dell'uomo ha modellato quel che abbiamo sotto i nostri occhi. Quel che più affascina è che riesci sempre a rendere l'umanità un paesaggio poliedrico in cui comprendere sia la nostra natura che il divenire stesso di ogni nostra capacità di ideazione e di applicazione di tali progetti all'inizio astrazioni pure e semplici e poi via via realizzazioni fantastiche oltre che utili. La tua duttilità ed attenzione nel cogliere certe sfumature di un ambiente e la relazione con chi lo vive è speciale.
(Paola Palmaroli)
NUOVI TITANI
nuovi titani maneggiano il fuoco,soffiano,accarezzano,tagliano,
fondono le materie e danno alla luce nuova vita
ebbri e frenetici attizzano i fuochi,cuociono,plasmano e mitigano i
cristalli pronti ad esplodere in forme sinuose, immergono le mani in
lave incandescenti
ora c'è quiete, tutto tace,
i titani sono andati ad amare.
(Giuseppe Iovio)
CATALOGHI VENINI CON ALCUNE MIE FOTO
POESIE DI ALDA MERINI
da Sabbia Fuoco Mani per Venini - 2002
ll fuoco
Avvincente sei tu
come una eterna stagione,
un frivolo sentimento
che abbatte ogni paura.
Nell’uomo è il fuoco della redenzione,
il fuoco della canzone trovata,
il fuoco dell’amore.
Perderti vuol dire forse
perdere il volto della materia:
così sacro, così avvincente,
così pieno di anima.
Le Mani
C'è chi trova un'arpa
abbandonata in un canto,
c'è chi trova una corda
per finire la vita.
C'è chi trova un ardente seno
e lo tocca con le sue mani,
c'è chi trova il silenzio
e lo vuole salutare.
Le mie mani, le vostre mani
che hanno abbracciato e confuso,
che hanno raccolto l'erba
e l'hanno data da mangiare a molti.
Le mie mani che spesso hanno punito
e che un giorno ti consegnerò, mio Dio
si sono levate contro la paura
ma hanno creato lavoro.
La sabbia
Molti stendono accanto all’innamorata
un tappeto d’oro e di perle
perché non si affatichi
e non incontri l’inverno.
Ma io per te sono andata
nell’oriente lontano
e ti ho portato la sabbia .
Tu non sai che la sabbia
è il cuore del firmamento
e il raccolto di ogni deserto.
Dalla luna vengono pensieri di sabbia,
viene il silenzio,
vien il gesto d’amore,
e la sabbia che arde di sole
è figlia della luna
Colori
Anima, c’è un panorama bianco
dove passa e ripassa l’amore
c’è un vogatore attento.
Se dormi non vedi nulla
ma se appena pensi al pensiero
mille colori salgono dall’anima
a forma di spavento.
Spaventoso è il colore che t’inebria
e che ti porta lontano
come un viscere pieno di malìa
e cominci a creare le parole.
Una per una legate assieme
rendono la corona della vita.
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