Lio Piccolo
poesie di Lino Roncali
immagini di Ivano Mercanzin
collana soloventi
editore LietoColle
Il libro contiene venti poesie di Lino Roncali che raccontano di persone, di vita e di emozioni intorno al paese di Lio Piccolo, accompagnate dalle mie fotografie (venti più la copertina) di questo luogo incantato e scattate per l’occasione.
Ringrazio l’editore Michelangelo Camelliti di Lieto Colle e Augusto Pivanti, curatore della collana Soloventi, per avermi scelto per raccontare in immagini quasi sussurrate, il "piccolo" di questo paese che si sposano alla perfezione con la delicatezza, i silenzi e i sospiri delle poesie di Lino Roncali.
per acquistare il libro:
Lio Piccolo
Qui c’è solitudine non c’è pace
è diverso
mi dice il cameriere frenando la balbuzie
escono insieme le donne puliti i fuochi e le cucine
scopano e sbarazzano a memoria senza guardarti in viso
un avanzo fra gli avanzi
ora fugge controvento il cameriere
chino sulla piaggio gialla verso ciò che resta del pomeriggio
sbatte forte il tendone
più tardi non mancherà la pioggia
Scent of woman
Oggi il caso mi ha voluto controvento
così quando hai incrociato i polsi a sfilare il pile verde
mi sono preso il dettaglio più vero della tua persona
più delle minute Lotto e i tuoi calzini bassi
più del tatuaggio che sprofonda nel tuo dorso
più dei tuoi trent’anni spesi a messaggiare
in questo deludente dopopranzo di domenica
si è perso presto lo scent della nostra intimità
fra queste ortensie e i gerani che ancora insistono
in questa falsa esibizione settembrina
di oggi nulla rimarrà se non le foto della tua spassosa tavolata
e il mio brindisi non visto
dietro il vetro in attesa di partire
INTRODUZIONE DI GIAN MARIO VILLALTA
Un lido dell'io
Lino Roncali ha scritto, serbato, riscritto queste poesie per un tempo lungo abbastanza per far sì che diventino parte della memoria, e non soltanto resoconto dell'esperienza. Per questo hanno il sapore di un vissuto che non è solo incontro con un luogo e sorpresa per la sua unicità.
Nella nostra esistenza attuale, che ci invita al turismo (sotto ogni suo aspetto), spesso è fastidiosa la presunzione che un altrove sia sufficiente a parlare di sé in quella forma dell'interrogazione, che è propria della poesia, dove l'io è chiamato a restituire all'esperienza una voce non effimera, radicata nel tempo.
Una voce ferma e disarmata, ironica senza darlo troppo a vedere, nostalgica ma di una nostalgia epurata di ogni sentimentalismo è quella che incontriamo in questi componimenti. E ben corrisponde alle immagini che la accompagnano, di Ivano Mercanzin, che fruttano un gioco di parole esplicito con il toponimo di riferimento: Lio piccolo e L'io piccolo, parola e immagine, si contendono evocazione e conoscenza, piacere della forma e margini di riflessione.
Lio piccolo è un'isola della laguna veneta, anzi un insieme di isolotti separati da canali molto stretti, collegati da ponti. È vicino a Cavallino, a Treporti; vale a dire che a pochi minuti di barca o di traghetto c'è Venezia. È quasi necessario immaginare Venezia, appena dietro lo sguardo. Venezia di souvenir e B&B, Venezia spopolata e invasa ogni giorno, Venezia con la sua eterna magnificenza dell'arte e il suo eterno carnevale del turismo. Roncali e Mercanzin non ne fanno menzione, puntano tutto sulla possibilità di questo luogo altro di essere soltanto se stesso. Una marginalità che è persistenza, non si vanta della sua singolarità, non si lamenta dell'isolamento.
Lio è una contrazione locale della parola lido. L'io è una funzione grammaticale che mette in evidenza il soggetto della parola. Un piccolo lido incontra un soggetto che restringe i propri confini, li fa aderire al tempo, alle cose, agli accadimenti che lo coinvolgono. Nessuna polemica con il presente, che vuole per ogni cosa, per ogni esperienza e per ogni soggetto un superlativo. Nessuna polemica ma il fermo raccoglimento intorno a quanto dell'esperienza può diventare vita propria, unica, senso che si fa della vita vivendo.
Spesso abbiamo letto, abbiamo sentito dire che tale o tal altro libro di poesia è un “diario”. Il senso è intuitivo. Ma ci siamo mai chiesti che rapporto c'è tra un vero diario (come vuole la definizione, un susseguirsi di note legate a una data) e il lavoro della poesia, che richiede meditazione, ritorni nel tempo, riscritture? Allora possiamo dire che quello di Roncali è un diario delle sue gite a Lio piccolo, un posto che è una singolarità, il contrario di un non-luogo, nonostante la sua distanza da pochi raggiunta, la sua vita che ha ritmi e forme non allineate a un presente che uniforma ogni comportamento. Un super-luogo, in un certo senso. La lievità, la sincerità che ci convince in questi componimenti, è però proprio la mancanza della prevedibile retorica del super luogo. Roncali trasforma il diario delle sue gite (lo dico così, con un voluto abbassamento, con l'espresso fastidio che una tale proposta mi arrecherebbe) in un abbandono al richiamo che queste sue visite (con questa parola, le gite si trasformano in relazione personale) rivolgono alla sua vita, che è altrove da qui, ma qui trova confronto e pensiero, una parola che sente propria. Visitando Lio piccolo, Roncali accetta di venirne a sua volta visitato. Senza enfasi. Senza proclami. Ma il suo sguardo si affina, il suo stare diventa esigente per il suo comprendere, prima di tutto se stesso, senza mai parlare di se stesso con enfasi.
Ecco che allora anche noi, percorrendo le pagine di questo piccolo libro, sentiamo di visitare e di essere visitati (mai invasi, mai urtati) un altrove che - in fondo - riconosciamo ancora parte della nostra coscienza e della vita quotidiana. Un altrove che ritroviamo nella nostra vita quotidiana anche dove e quando è troppo piena, assediata da troppo altro.
C'è dell'intelligenza, certo. C'è dell'artigianato. C'era il rischio di riproporre in termini attuali ciò che un tempo si chiamava “bozzettismo”. Ma i pregiudizi si formano e si sciolgono: resta un piccolo libro che torneremo a sfogliare e che sapremo dove si trova a casa nostra. Dove potremo ritrovarlo.
video delle immagini con musica del maestro Giuseppe Laudanna
video di presentazione del libro e vernissage della mostra a Lio Piccolo
VIDEO N. 1
VIDEO N. 2
Lio Piccolo è una località della Laguna Veneta, compresa nel comune di Cavallino-Treporti. È talvolta indicata come un'isola, sebbene sia piuttosto un insieme di isolotti separati da stretti canali. L'appellativo Lio è un termine locale, oggi in disuso, che significa lido. L'appellativo latino Litus Minor, servì per distinguerla dalla vicina Litus Maior, l'attuale Lio Maggiore di Jesolo.
Vi si accede da Treporti percorrendo una strada molto panoramica, essendo del tutto circondata da paludi. Si tratta di una località prevalentemente agricola: attorno alla chiesetta dedicata a Santa Maria della Neve sorgono una manciata di edifici, mentre il paesaggio circostante si caratterizza per la presenza di orti - dove si coltivano, tra l'altro, le note castraùre (il primo germoglio del carciofo violetto) e le zizołe (giuggiole) - con qualche casone isolato, intervallati da canali, zone di barena e valli da pesca.